mercoledì 30 gennaio 2008

Pezzi di Vetro


L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla,
sotto l'angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobati nè mangiatori di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai.
Ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent'anni
e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio
"è mia"; sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà che ora si è fermata qua.
Non conosce paura l'uomo che salta
e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride,
perchè ferirsi non è impossibile,
morire meno che mai e poi mai.

Insieme visitata è la notte che dicono ha due anime
e un letto e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "È quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".
E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai.

- Francesco De Gregori -

venerdì 25 gennaio 2008

Moonlight


notte

buio rotto da spiragli di luce

chiaro che filtra dalle mie finestre

finestre che si affacciano dentro

intravedo la via illuminata

la scruto

la annuso

la immagino

speranza che cresce dentro

luce che vince il buio

giorno che si avvicenda alla notte

e se non fossero solo spicchi di luna?

A.

giovedì 24 gennaio 2008

L'unico vero maestro...


L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio nell'Himalaya... E' dentro di noi.

In India si dice che l'ora più bella è quella dell'alba, quando la notte aleggia ancora nell'aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l' uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma «non sono due». Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell'amore diventano Uno. Quella è l' ora in cui in India - si dice - i rishi, «coloro che vedono», meditano solitari nelle loro remote caverne di ghiaccio nell'Himalaya caricando l'aria di energie positive e permettendo così anche ai principianti di guardare, appunto in quell'ora, dentro di sé, alla ricerca della spiegazione di tutto.
(Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra)

martedì 22 gennaio 2008

BIVIO



Qualcun'altro, oltre a me, ha mai provato la sensazione di essere su un baratro...di essere arrivato ad un bivio...un bivio in cui proprio non si sa...non tanto quale strada prendere...sarebbe già qualcosa di più semplice...ma un bivio in cui proprio non si sa se procedere o stare fermi...se tentare di cambiare qualcosa...ancor prima di capire in quale direzione andare...oppure se...semplicemente...continuare a stare fermi...non affrontare il bivio...fare la propria vita lì...continuare a girare le spalle alle alternative, crogiolandosi nella propria condizione...magari per sempre...magari per tutto il tempo che la vita ci concede...solo per la paura di cambiare...o solo per l'ostinata e assurda convinzione che chi lascia la strada vecchia...ma come si fa a trovare il coraggio, non dico di farlo, ma almeno di prendere in considerazione l'ipotesi di cambiare radicalmente la propria vita?

lunedì 21 gennaio 2008

La poesia




"La poesia deve camminare nell'oscurità e incontrarsi con il cuore dell'uomo, con gli occhi della donna, con gli sconosciuti della strada, di quelli che a una certa ora del crepuscolo, o in piena notte stellata, hanno bisogno magari di un solo verso..."


- Pablo Neruda -

mercoledì 16 gennaio 2008

Addio, se posso ancora, Amore


Non più lacrime
non più notti insonni
a cercare di risolvere con la ragione
ciò che non può trovare soluzione che col cuore
basta parole inutili
inutili sospiri e inutili speranze
quello che la mia anima grida
in ogni istante che scorre
non è più
non può più, semplicemente, essere
dovrà tacere
ora o fra mille vite dovrò dimenticarti
cancellarmi, dentro, la tua presenza
costante
ancora troppo viva
per non lacerare anche la carne
è venuto il momento
triste
di spezzare la catena del cuore
di recidere il legame
di trovare una dimensione
una strada diversa
è ora di compiere un viaggio
dentro
strada incommensurabile
distanze enormi
dovrò percorrere
per ritrovarmi lontano da te
se puoi
ricorda qualcosa di me
se puoi
non dimenticarmi
non lasciarmi cadere
nell'oblio del mai esistito
addio, se posso ancora, amore.

Strange Day



...oggi è un giorno strano...
...lo stesso giorno, l'anno scorso, la mia vita era completamente diversa...
...mi sentivo vicino alla persona che poi ho capito di amare come forse mai ho amato e amerò nessun'altra...
...ora penso non potrei essergli più distante di così...interiormente intendo...
...le distanze dentro di noi sono spazi infinitamente più immensi di quelli esterni...
...sono impercorribili a volte...e sconosciuti, soprattutto...

...fino all'anno scorso questo giorno era soltanto uno dei tanti...ora sarà indelebilmente scritto nella mia vita come un giorno "diverso"...
...qualcuno ha mai fatto caso a come il destino ci metta spesso di fronte a situazioni difficili con tanta indelicata tenacia?...
Anyway...tutto ciò che non uccide rafforza!

lunedì 14 gennaio 2008

Risveglio

una canzone
musica sulle parole
melodia diretta al cuore
pensiero di te
aria respirata insieme
secondi vissuti all'unisono
eterni
come la musica

giovedì 10 gennaio 2008

Vitam et mortem

Quest'oggi ho saputo che il fratello di un caro amico è scomparso stanotte...
...oltre all'ovvio dolore che questa triste notizia infonde in me, penso a quanto la vita possa essere effimera a volte...a quanto possiamo inutilmente fare e progettare e poi...poi il nostro destino ci mette di fronte alla fine...tutto quello che pensavamo di avere costruito crolla...inesorabilmente...
Forse non è un modo molto allegro di iniziare i post in un nuovo blog...o forse si...visto il titolo e i propositi...rassegnamoci...non possiamo affrontare la vita senza considerare la morte...

In proposito mi viene in mente (e lo pubblico) un brano stupendo tratto dall'Antologia di Spoon River di E.L. Masters - consiglio vivamente di leggerla - fa parte della mia vita sin dall'infanzia, la mia saggia maestra delle elementari mi faceva leggere una poesia di questo libro ogni settimana, non finirò mai di ringraziarla e di ricordarla...anche per questo...

LA COLLINA

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso in miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felicie?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag -
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione? *
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dov'è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant'anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
né al denaro, né all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.

- Edgar Lee Masters - Antologia di Spoon River -

Ciao Andrea.

mercoledì 9 gennaio 2008

At The Begin

Questo spazio sarà a disposizione di tutti coloro che vogliono condividere qualche esperienza della loro vita...di tutti coloro che pensano che vivere richieda uno sforzo maggiore che il semplice respirare...di tutti quelli che affrontano la loro vita, con le difficoltà e le gioie che presenta, cercando di coglierne la vera essenza...cogliendo l'attimo che fugge...

Molto probabilmente servirà molto anche a me...condividerò le idee...le riflessioni...le poesie che l'anima mi urla incessantemente...

A.